Page 69 - Una primavera di bene: In cammino con Madre Pierina Santarelli (2006)
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Non mancarono commossi riferimenti alla Sua vocazione e alla Sua mamma, che la malattia aveva
ridotto su una carrozzella. "Sono felice della mia vocazione, non mi sono mai pentita".
Non era necessario dirlo, si capiva troppo bene. Le Sue parole, dolci, persuasive, vere, scendevano
davvero come olio profumato e rinfrescante sul cuore sofferente di mia madre donandole conforto,
fiducia, sicurezza.
Le facevano sentire che la sua figlia non era "perduta" ma "donata" per qualcosa di più grande e
quando a mia madre le scesero alcune lacrime, Lei sembrava essere lì, pronta a raccoglierle con le Sue
mani piccole e bianche, che di tanto in tanto, durante la conversazione nascondeva sotto la mantelli-
na rotonda, per offrirle al Signore: si, perché Lei non sciupava neppure una piccola sofferenza, una
gioia, il gesto di un pezzetto di carta raccolto per terra, ma tutto offriva a "Lui" che riconosceva
Padrone supremo di tutto.
Madre Pierina era capace di capire e condividere sia la gioia che la sofferenza di chi Le era davan-
ti, ricco o povero, ignorante ·o istruito. Alla fine quando si accorse che mia madre era più serena e tran-
quilla, la salutò stringendole le mani tra le Sue, piccole e bianche e invitò me ad accompagnarla per
un tratto di strada e a salutarla con un "bel bacio".
Fu quello l'inizio di una lunga storia: la storia della mia vita contrassegnata dalla presenza vigile,
attenta, premurosa, di Madre Pierina e anche la storia della mia famiglia che fin dall'inizio ha avuto
con Lei un rapporto di stima reciproca.
Ancora oggi sento di esserle grata per esserci stata vicina soprattutto nel momento della sofferenza.
Ho sperimentato tutto il Suo amore ma anche tutta la Sua fortezza. Per Lei non esistevano le
"mezze misure" o le "scappatelle", bisognava essere "tutte di un pezzo" e quando ciò non avveniva
trovava il modo d'intervenire, ti piaceva o no. Sapeva tagliare e curare.
Ciò che mi ha sempre affascinato in Lei è stato il Suo "puntare" e "far puntare" in alto e la Sua
capacità di usare tutte le energie per farti rialzare e riprendere il cammino ogni qualvolta che, volon-
tariamente o no, deviavi. Con Lei non la facevi mai franca.
E poi, quel Suo guardarti in viso e capire se stavi bene o male, se eri triste o serena, se avevi dei
pensieri che ti turbavano o delle preoccupazioni che ti agitavano.
Non le sfuggiva nulla e non lasciava nessuna sola. Lei c'era. Sapevi che in qualsiasi momento pote-
vi contare su di Lei. Ricordo e comprendo, nel suo profondo significato le parole che ci diceva ogni qual-
volta la salutavamo prima di uscire e che a quei tempi mi sembravano scontate: "Andate in nome di
Dio" e subito con voce più decisa aggiungeva: e date buon esempio oppure "date testimonianza".
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Per Lei, buon esempio, testimonianza, erano: sorriso, gentilezza, saluto, ordine e armonia nella
persona, nel vestire, nel parlare, "parlate sottovoce", nel ca.mrninare, nel gesticolare, non gesticolate
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con le mani", era insomma una "femminilità portata alla massima perfezione.
E Lei era felice di essere donna e di far risplendere con umiltà i doni di cui Dio l'aveva arricchita:
"Tutto a gloria di Dio". Non si appropriava di nulla.
Ma soprattutto era innamorata dell'Istituto e voleva che ognuna di noi facesse risplendere il suo
volto bello, senza macchie e senza rughe: fate amare l'Istituto". Non erano parole buttate lì a caso.
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Madre Pierina ha saputo essere una Madre, una Sorella, una Superiora.
Grazie, Madre Pierina per essere stata un faro acceso nella mia vita.
SUOR M. VALERIANA ANTONEITI MDC
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