Page 58 - Una primavera di bene: In cammino con Madre Pierina Santarelli (2006)
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E ... MI MISE LE ALI L'Aquila, 27 ottobre 2004
S embra facile raccontare le storie, ma così non è, in ogni caso ci provo.
Erano gli inizi degli anni cinquanta, quando tutta l'Italia soffriva la fatica della ricostruzione del
dopoguerra e anche in quello sperduto paesino rurale, quale Ca' Morosini, ai confini della provincia
di Padova, nella così detta bassa padovana, la gente lavorava sodo tutta la settimana nei campi anco-
ra magri, dopo il disastroso dissestamento delle esplosioni degli ordigni bellici e la successiva boni-
fica.
Ma la domenica era il giorno del Signore, tutti si fermavano, anche i comunisti più incalliti. Le
donne si affaccendavano a rivestire la famiglia con gli abiti della festa e ad avviare tutti verso la bella
chiesa del paese, mentre loro andavano solitamente a "Messa Prima".
Ricordo però, che quando eravamo piccole, ci accompagnava a Messa mia madre.
E in una bella domenica di giugno, solennità del Corpus Domini, quando i campi odoravano di
fieno falciato e le prode dell'Adige, bagnate di guazza, luccicavano al sole, seguendo il richiamo
delle campane, a piedi c'incamminammo per andare a Messa: mamma, io e mia sorella.
In chiesa una giovane dell'Azione Cattolica, di nostra conoscenza, ci accompagnò
all'asilo, dove si riunivano tutti i bambini con i cestini colmi di petali di fiori da
spargere davanti a Gesù Eucaristia, e i più piccoli venivano vestiti da angio-
letti dalle suore della Dottrina Cristiana, presenti da qualche anno in
quella parrocchia, che non era la mia, ma la frequentavo perché più
vicina a casa.
Io non conoscevo le suore, anzi, avevo una paura tremenda,
tanto che papà dovette portarmi via dall'asilo delle suore
Orsoline di Cavazzana, la mia parrocchia, perché piangevo
"sette croziate" (sette crociate), come diceva la mamma.
Ma non fu così ali' asilo di Ca' Morosini. Davanti a
quella vetrinetta verniciata di azzurro, incontrai una
suora, che non solo non mi mise paura, ma che era
destinata a diventare ed essere una forte presenza
nella mia vita.
Ma come avvenne l'incontro? La giovane mi
presentò come una delle bambine più piccole
che poteva andar bene come angioletto per la
processione e quella suora, vedendomi
timida e paurosa, forse con gli occhi già
imperlati di lacrime, con un sorriso si
chinò verso di me chiedendo: "Chi è
questa bella bambina? Come ti chia-
mi?, non so se risposi, so soltanto che
alzai il volto verso di lei e i miei occhi
si persero nei suoi occhi azzurri come
il cielo. Mi sentii a mio agio, mi
lasciai vestire da angioletto e fu pro-
prio lei a mettermi le ali ... chissà ...
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